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Casa in paglia Valle dei Mocheni
Il progetto di questa casa di paglia nasce dall’incontro delle necessità della committenza con l’ambiente circostante, un terreno situato nella Valle dei Mocheni, immersa tra le montagne a soli 20 chilometri da Trento.
Anzitutto i committenti, una giovane coppia con un figlio, richiedevano una casa il cui costo fosse il più basso possibile, accettando però di buon grado di sopperire ad un investimento nella manodopera con grandi opere di autocostruzione.
Il terreno, sebbene molto inclinato, offre una perfetta insolazione, nonché una bellissima vista sulla val dei Mocheni. Si è scelto quindi di lavorare con terrazzamenti contenuti da muri in pietra a secco, e di sviluppare l’edificio su due piani sfalsati.
Le necessità imposte dall’economia e dal terreno sono diventati quindi punti di forza attorno ai quali la casa ha preso forma.
Dal piano inferiore si accede quindi ad una grande sala che ospita ai suoi estremi il soggiorno e la cucina, nonché una grande stufa a biomassa.
Da una scala si accede alla zona notte che ospita due camere da letto, la più grande delle quali munita di bagno privato, uno studio, un bagno comune e uno sgabuzzino collegato alla centrale termica.
Sotto lo stabile si trova una cantina ventilata di circa 20 mq. Sia per motivi termici che paesaggistici, la copertura è rivestita con terreno locale, al fine di mascherare la casa e minimizzare l’impatto sul paesaggio.
STUDIO DEGLI INTERNI
È una casa in paglia realizzata con materiali naturali. Le pareti sono rivestite con calce naturale e colorate con pigmenti d’argilla in base alle richieste dei committenti.
STUDIO DEGLI ESTERNI
Un’autentica casa ecologica: sfruttando l’inclinazione del terreno, anche il giardino si sviluppa su terrazzamenti limitando l’impatto visivo. Al piano superiore la copertura ospita un vero e proprio giardino. Le acque piovane vengono recuperate in un serbatoio interrato e riutilizzate a scopo irriguo.
TECNOLOGIA
La struttura in legno è tamponata con balle di paglia, in questo modo si è garantito un alto standard di isolamento termico nonché la giusta traspirazione.
La casa viene riscaldata da una stufa a biomassa a sviluppo verticale posizionata al centro del salotto. L’acqua calda è fornita da una pompa di calore aria-acqua integrata con pannelli solari.
Orto botanico autogestito in località Roccol a Sardagna di Trento
È da poco stato approvato il progetto di realizzazione, sulle ex campagne della località Roccol di Sardagna di Trento, di un orto botanico condiviso, ovvero un orto visitabile e aperto alla didattica e gestito dai censiti. Sotto la guida di esperti verrà reintrodotta la coltivazione delle specie alimentari di montagna.
Per facilitare la coltivazione e la fruibilità , la riedificazione del Roccol permetterà di realizzare dei servizi igienici, un deposito attrezzi ed un allacciamento idrico.
Ristrutturazione della via Alla Cèsa Vècia di Sardagna
L’intervento di ristrutturazione della strada evidenzia un problema culturale la cui soluzione consiste nel rilevare come l’armonia richiesta possa apparire solo se si comprende che il naturalismo originario della strada sterrata e l’artificio tecnico che implicherebbe l’adeguarla alle esigenze dell’attualità hanno in comune, da ultimo e nella diversità , la stessa valenza armonica.
Si tratta di porre nel progetto quel naturalismo che si esprime nelle opere al margine della strada, di esporlo appunto, come un confronto esplicitamente determinato con il rifacimento innovativo della pavimentazione realizzata da materiali artificiali come l’asfalto e il colore, purché essi sappiano raffigurare l’opera nel senso della tradizione stilistica esplicitata in termini rigorosamente geometrici.
Naturalismo-paesano e classicismo-urbano sono le figure riconducibili entrambe all’antico e al moderno sempre che si riconosca al tempo di essere relativo come si riconosce alle verità statiche.
Nel paese quelle figure hanno infatti da sempre condiviso il loro carattere, in quanto l’abitato ne è il naturalismo-paesano e il centro rappresentativo (la piazza, la chiesa, i palazzi pubblici) ne erano e ancora ne sono il classico urbano, che per altro insediava talvolta prestigiosi frammenti la margine dell’abitato.
Si è voluto dunque proporre queste istanze nella elaborazione progettuale dell’intervento, come si evidenzia sinteticamente nel progetto.
La ristrutturazione riguarda quindi il restauro conservativo delle strutture rustiche ai margini della strada come i muri in pietra e quant’altro, come pure la stesura di una pavimentazione in asfalto decorato con disegni tipici che la classicità ci ha tramandato, una pavimentazione suddivisa in parti dall’interferenza delle viabilità laterale che lo attraversano.
Allo spazio terminale è stato assegnato un duplice significato. In corrispondenza del cimitero quello di una pavimentazione del silenzio come all’interno dell’area sacra, testimoniandone così il rispetto mentre alla restante parte si ripropongono i temi figurativi assegnati alla strada.
In quanto all’illuminazione è da considerare che la prima parte della strada è servita da alcuni lampioni in ferro. Nella restante parte, essendo almeno su un lato fiancheggiata da un muro di una certa altezza, si prevede di inserirvi delle lampade predisposte allo scopo.
Nella piazza terminale si prevede invece il posizionamento di due lampioni in ferro come indicati da progetto.
Ricostruzione di un Roccol, Sardagna di Trento (TN)
L’intervento consiste nella ricostruzione di un Roccol (edificio adibito alla caccia di uccelli stagionali di passo). Lo stabile verrà realizzato in legno, paglia e calce ed ospiterà un piccolo magazzino per l’orto botanico condiviso (link articolo sulle news) ed i bagni a servizio pubblico.
Concorso di idee per la riqualificazione urbana dell’area centrale di San Donà di Piave
Il carattere non solo culturale ma anche sociale dell’esistente appare oggi incerto: implicato dagli interventi architettonico-urbanistici piuttosto recenti e dalla attualità diveniente del vivere, quel carattere non riesce a trovare una sintesi adeguata.
L’intervento si propone quindi di ricostruire, per quanto consentito, un ordine estetico-semantico capace di esprimere una più intensa espressività del corpo materiale e dello spirito immateriale dei luoghi. Non si tratta allora di mettere in mora il Passato a favore del Futuro o viceversa: ma di evocare l’armonia di una trascendenza possibile, capace di gestire la consonanza e la dissonanza implicata nell’immanenza necessaria.
In altre parole, lasciare emergere figure e significati complici della storia e della meta-storia , oltrepassando la cronaca e l’immediato.
D’altro canto il centro storico (italiano) non può abdicare senza contraddire se stesso al soglio della memoria e della sua interpretazione: non può sospingere il suo essere luogo nella indifferenza del non luogo, che ha ormai nella periferia la sua stanzialità bene o male condivisa.
Lo spazio dell’area oltre al suo insieme evidenzia 3 situazioni:
- la piazza del municipio con le vie di accesso
- le due piazze del duomo con le vie laterali
- la spianata delle poste e del mercato
Il primo impegno dell’intervento è quello di esprimere l’unità di quell’insieme e di affidarne il compito ad un tessuto connettivo sufficientemente efficace: la pavimentazione dell’intero sedime.
Una pavimentazione di ascendenza classica in quanto generata da una geometria di matrice euclidea, ma anche anti-classica in quanto trasversale e indifferente alla dissimetria delle diverse situazioni. La pavimentazione è da realizzarsi in piastre di pietra d’Istria, barre di ferro di tipo Corten e lastre in cemento trattato prefabbricato.
Il secondo impegno riguarda ciascuna piazza: facendo riferimento al significato emergente da ciascuna di esse si vuole elaborare e proporre un’ intervento architettonico capace di esprimerne compiutamente il senso e di renderlo vivibile nell’uso sociale e nell’apparire figurativo.
Concorso di idee per la redazione di un progetto di un parco pubblico attrezzato nella frazione di Segno (Comune di Taio, TN)
IL CARATTERE
La tradizione insegna che gli interventi pubblici realizzati nei paesi nelle valli, anche in Trentino, esibiscono un carattere non già naturalistico o paesano, ma piuttosto espressivo della stilistica urbana. Le chiese, i municipi, i giardini e quant’altro ne sono una chiara testimonianza: classici prima, romantici poi, eclettici e infine razionalisti e poi….
Poi nell’attuale temperie culturale si è fatta innanzi la crisi dei generi che rende ormai ibrido e spiacevole lo scenario edilizio recente. Si è inteso quindi, nell’elaborazione del progetto in questione, esprimere un carattere figurativo e semantico capace di reagire, facendo sintesi sinergica fra tradizione classica e innovazione anticlassica.
La dialettica luogo/non luogo sembra infatti qui impropria Si è cercato da ultimo quindi di lasciare emergere un’armonia trascendente capace di illuminare anche la dissonanza immanente. Azione e contemplazione potrebbero dialogare all’interno di un si fatto contesto.
L’immagine che il progetto propone nasce da un intreccio di tre figure: il frammento/non frammento di una stella di una meteora e una cornice che delimita il perimetro complessivo, il sogno dell’eternus puer. La meteora rappresenta il fulmine, il divenire. La cornice rappresenta il finito, l’infinito attuale.
Va infine segnalato il riuso della vasca vuota emergente a valle dell’intervento alla quale si vuole assegnare il ruolo di fontana e dunque luogo di sosta e di riposo.
LA FUNZIONALITA’
1. L’asilo si pone al centro della stella che ne delimita lo spazio d’uso, dove le superfici pavimentate ed erbate si alternano, e dove l’agire pratico e l’apparire simbolico si incontrano. L’accesso dall’esterno all’asilo è situato sulla strada a monte in uno slargo che vale come parcheggio e come sosta d’ingresso. Si accede pure dal percorso pedonale proposto dal bando. Il perimetro dell’area destinata all’asilo è definito da una ringhiera in legno che segue il tracciato della stella.
2. Lo spazio d’uso destinato alle attività rappresentative e di incontro della è situato a valle rispetto all’asilo in una vasta area dalla configurazione articolata e perimetrata da una gradonata lignea e situata lungo il perimento. Si tratta di un’area erbosa e suddivisa dalle alberature in tre parti destinata ciascuna alla musica ,al teatro e al convivio. L’accesso è dalla strada intermedia in uno slargo con parcheggio dal quale si accede anche alla zona sportiva più a valle e al parco naturale che la avvolge.
LE RELAZIONI INTERNE ALL’AREA
Il tracciato del progetto supera l’ambito specifico dell’intervento e coinvolge l’intera superficie. L’attività sportiva, il parco naturale che la avvolge e il parco-giardino con le sue diverse proposte d’uso e di significato sono dunque coordinate all’interno di un ordine complessivo. A quest’ordine partecipa anche la viabilità esterna e limitrofa dove i parcheggi e le piazzole di sosta ne sono parte integrante.
LE ALBERATURE, LA PIANTUMAZIONE E LE PAVIMENTAZIONI
I percorsi e le soste disegnati nel parco-giardino sono in terra battuta ( macadam) con soprastante strato di ghiaino compattato. I prati sono realizzati con spargimento d’era su uno strato di torba mista a terra. Le piante previste sono tuie,tassi e betulle delle dimensioni di 2 metri di altezza dislocate sul terreno in modo da modularne la visione e l’uso.
STRUTTURE E IMPIANTI
Il piano inclinato adagiato sul terreno naturale, sul quale è disegnato l’intero intervento nasce dal movimento della terra esistente, perimetrata e sorretta da cordoli o murature in calcestruzzo leggermente armato. Le figure del disegno sono definite dalla perimetrazione eseguita con profili di ferro ad “U†di 40 mm di lato ancorate al terreno. E’ prevista la fornitura e la posa di un impianto di irrigazione che situa 11 punti fissi di attacco delle girandole mobili. L’illuminazione notturna dell’insieme è differenziata rispetto alle diverse parti: quella dello spazio d’uso dell’asilo, quella degli spazi destinata alla rappresentazione, alla musica e alla convivialità , quella degli spazi di risulta e quella della viabilità periferica all’interno dell’intervento. Rispetto alla prima si prevede la posizione delle fonti luminose radenti situate a raso terra lungo il perimetro dell’edificio, mentre in alto sui 4 angoli delle facciate si prevede l’installazione di faretti a largo raggio. Rispetto alla seconda si prevedono 11 prese posizionate nel terreno e abbinate alle 11 prese d’acqua dove potranno essere installate diverse apparecchiature dislocate a seconda della attività da svolgere. Rispetto alla terza situazione, quella della viabilità periferica, si prevede lungo il bordo dei percorsi una punteggiatura lineare di corpi luminosi rasoterra che ne segue il tracciato.
Concorso di progettazione per la riqualificazione del campanile della chiesa “Santa Venera†in Santa Venerina (CT)
“Si è cercato il progetto di una struttura la cui modernità non recasse offesa al contesto, i cui stilemi architettonici lo legassero ad esso indissolubilmente”
La frase che introduce la prima tavola di progetto come è di consuetudine riassume l’anima dell’intento progettuale: studiare un’opera il cui forte senso della modernità non impedisse uno stretto legame con il contesto, ciò attraverso una reinterpretazione della struttura campanaria e degli stili architettonici locali. Non di meno l’attenzione del progettista è caduta sugli aspetti pratici al fine di presentare un opera tecnicamente valida ed economicamente realizzabile, il tutto senza sottostare alla logica architettonica ma divenendo per questa spunto.
Da ciò la nascita di una struttura principale in calcestruzzo armato formata da una base con zoccolo, colonne e marcapiani, un semplice telaio quindi ma con l’intento di rifarsi all’ archetipo strutturale dei campanili del catanese, quindi colonne sugli angoli, a smorzare il peso visivo della struttura, marcapiani di forte impatto e a quote diverse, per battere il senso prospettico della vista, coperture forti e voluminose, per dare geometricità e al tempo stesso decorazione alla parte finale del campanile.
Ci si è quindi adoperati per studiare una struttura che interpretando gli archetipi locali ha dato vita ad un telaio formato da colonne come strutture verticali e marcapiani come elemento di unione orizzontale, questi ultimi sono diventati, come in natura sono i nodi del bambù, elementi che uniscono una funzione statica, l’irrigidimento della struttura, ad una estetica, il segnare architettonicamente l’altimetria del campanile. Detto telaio si presta perfettamente a sopportare i carichi dell’edifico campanile ma ancor più risponde alle possibili sollecitazione sismiche.
“La luce è divenuta elemento costruttivo accattivandosi lo sguardo diurno con il suo attraversare la struttura e quello notturno regalando a questa una volumetria inaspettata”
Questa frase si introduce il secondo aspetto del progetto; l’interpretazione della modernità , ovvero come essere coerenti con la struttura esistente. Si è scelto di simboleggiare quello che un campanile è: una struttura di richiamo visivo e acustico, il cui interno si risolve unicamente in una scala di accesso ai vari piani fino a quello delle campane. Facendo sempre riferimento all’architettura sacra siciliana si è escogitato il modo di rendere esplicita questa ambivalenza, lo stile antico e quello moderno, la struttura che contiene e lo scarso peso di quello che viene contenuto. Abbiamo smaterializzato la pelle che contiene quindi l’anima del campanile si smaterializza fino al punto di trasformarla in una serie di elementi frangisole mobili che ne mostrano l’interno in base all’ora e alle condizioni metereologiche.
Durante la notte le lamelle avranno una posizione di 30 gradi rispetto alla normale verticale chiudendo l’elemento scatolare senza però renderlo impermeabile alla luce che durante tutta la notte continuerà ad essere irraggiata dall’interno. Durante una normale giornata di bel tempo i frangisole si troveranno in posizione orizzontale, quindi mostreranno completamente la scala nell’interno e lasceranno che la luce attraversi liberamente la struttura; in caso di maltempo le lamelle si riporteranno nella posizione notturna, impedendo all’umidità di entrare nell’interno, il loro azionamento sarà affidato ad una centralina.
Gli elementi frangisole saranno in lamiera di alluminio verniciata montati su 4 montanti scatolari in acciaio che conterranno i meccanismi di movimento. La scala elicoidale che serverà i piani fino a quello campanario si svilupperà su un elemento tubolare portante in acciaio del diametro di 100 centimetri , assemblato in opera e munito di finestre d’accesso; infatti tutti le canalizzazioni, acque metereologiche, illuminazioni, reti dati, transiteranno nel suo interno. La rigidezza, quindi l’unione tra scala, profili scatolari dei frangisole e struttura in calcestruzzo, sarà garantita dai profili tipo Halfen che saranno affogati nel calcestruzzo armato con passo ogni marcapiano. La struttura del progetto così presentato non vuole porsi come rottura con il contesto bensì come libera interpretazione di un linguaggio che lo pone fra arcaicità e modernità ; rimane la matura riflessione architettonica sulla preesistenza che occupava quel lotto, la necessità non sostituire allo sfregio architettonico una burla stilistica, riproponendo stili e linguaggi del passato.